Artista e regista, Giovanni
Albanese nasce a Bari nel 1955.
Laureato in Architettura, al Politecnico di Torino,
attualmente vive a Roma ed è titolare della Cattedra di
Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Nel 2011 è presente con l’opera “Costellazione” alla 54ª
Biennale di Venezia a Palazzo Bianchi Michiel con la
Fondazione Pino Pascali. Nello stesso anno è presente con
l’installazione “7 grandi canestri” nella zona rossa del
centro storico dell’Aquila. A Dicembre/Febbraio 2009/2010 ha
realizzato l’installazione “Luci d’Artista” nel centro
storico di Spoleto. A maggio 2011 esce nelle sale il suo
film, “Senza arte né parte” prodotto da Lumiere &C e Rai
Cinema. Distribuito da 01. A giugno/luglio 2009 ha esposto
al Chelsea Art Museum di New York. Nel 2008 è finalista e
Vincitore del Premio Acquisto al Premio Terna 01 per l’Arte
Contemporanea. Nel 2003 è uscito nelle sale il suo
lungometraggio “A.A.A.Achille” con cui ha vinto il Giffoni
Film Festival. Il film scritto con Vincenzo Cerami, con
musiche di Nicola Piovani. Nel 2002 gli è stato assegnato il
“Premio Pino Pascali per l’Arte Contemporanea”. Nel 1996 è
stato invitato alla XII Quadriennale Nazionale d’Arte di
Roma. Nel 1995 con “Sabbie mobili” vince il Premio come
Migliore Opera Straniera alla “1° International Biennal of
Kamnik”, Slovenia.
La ricerca di Arcangelo "Artista radicale" è fondata sul senso di appartenenza, e sulla condivisione di una eredità culturale, quella sannita, che egli ha saputo estendere e trasformare, fino a comprendere i retaggi di altri luoghi e altri popoli. Negli anni ’80 realizza ed esordisce con opere, in cui il gesto scarnificato e i materiali poveri come terre, carboni e pigmenti puri, trasformano il paesaggio in una stupefacente visione della natura astratta, ma corporea. La Terra per l'Artista costituisce un imprescindibile punto di riferimento per spingersi altrove, e fare esperienza delle suggestioni e gli archetipi dei luoghi. Dagli anni novanta, la rappresentazione del territorio acquista una dimensione anche installativa ed estremamente pregnante di ricerca sul colore. Fin dagli anni’80 ha esposto Germania e in Svizzera e in gran parte dell’Europa, cosi come in Italia, in spazi privati e musei, come la Tanit di Monaco di Baviera, la Galleria Buchmann di Basilea, Maeght Lelong di Parigi, Edward Totah Gallery, Londra, Museo d'Arte Moderna, Toulouse, Kaj Forsblom Gallery, Helsinki, Centro d'Arte Contemporanea La Ferme du Buisson, Marne-La-Vallée, Galleria Municipale d'Arte Contemporanea, St. Priest, Kodama Gallery, Osaka, Galerie Alice Pauli, Lausanne, Galleria Guenzani, al P.A.C. di Milano, Galleria Gentili, Firenze , Caffè Florian, Venezia, Fondazione Volume!, Roma, Lorenzelli Arte, Milano, PoliArt, Milano, Marco Rossi artecontemporanea, Milano. Nel 2015 riceve il premio Bugatti-Segantini alla carriera artistica. E Dal 2016 insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
Nato a Napoli nel 1954. Negli
anni settanta comincia a frequentare la galleria di Lucio
Amelio con cui mostrerà nel 1979 e 1983.
Compie numerosi e lunghi viaggi, prediligendo sud est
asiatico e le americhe, che influenzano la sua ricerca
estetica.
Espone, tra l’ altro, ancora a Napoli con Studio Scalise nel
1990 e 1992. Ad Ubud (Bali) al Museum Puri Lukisan nel 1989.
A Roma all’ A.A.M. nel 1990, al Palazzo delle Esposizioni,
Roof-garden nel 1995, nel 1993 e 1997 con Sperone, nel 1996
all’ Attico di Fabio Sargentini, e nel 2002 con gli Incontri
Internazionali d'Arte di Palazzo Taverna.
A Milano con lo Studio Guenzani nel 1993 e nel 1998, con
1000eventi nel 1998, con Cardi nel 2000, con Francesca
Kaufmann nel 2001, con Suzy Shammah nel 2004, con Allegra
Ravizza Art project nel 2010.
A Bologna alla galleria No Code di cui Lucio Dalla era
socio, nel 1998.
A Torino, galleria Alberto Weber nel 1995, 1000eventi nel
1996, e Franco Noero nel 2001. A New York con Sperone
Westwater nel 1996.
A Londra nel 1999 con Asprey - Jacques Contemporary Art
Exhibitions e nel 2003, 2006 e 2009 con Sprovieri Gallery. A
Torino con Franco Noero nel 2001. A Rio de Janeiro nel 2002
al Museu da Republica, Galeria Catete. A Santiago de Chile
al Museo de Arte Contemporaneo nel 2003. A Gateshead al
Baltic Centre for Contemporary Art nel 2005.
A Boston all’ Isabella Stewart Gardner Museum nel 2004 e nel
2016.
A Firenze presso Benci House e sedi varie nel 2018.
Partecipa a diverse rassegne internazionali tra cui la XLV
Biennale di Venezia del 1993 nella mostra "I love you more
than my own death" , della sezione Slittamenti, curata da
Christian Leigh e Pedro Almodóvar, Alla I Bienal de Valencia
del 2001 curata da Achille Bonito Oliva e Peter Greenaway,
"El cuerpo del arte" nel Convento del Carmen e alla V Bienal
Internacional de Arte a La Paz nel 2007.
E’ presente, nella Collezione Camera dei Deputati, in quella
del Ministero degli Affari Esteri in varie collezioni
internazionali pubbliche e private.
Anna Caruso è nata a Cernusco
sul Naviglio (MI) nel 1980. Ha studiato pittura e restauro
all’Accademia di Belle Arti di Bergamo, dove si è diplomata
nel 2004. Lavora con gallerie italiane e straniere, tra le
quali lo Studio d’Arte Cannaviello di Milano, Anna Marra di
Roma e la Thomas Masters Gallery di Chicago. L’opera di Anna
Caruso si muove intorno al dialogo tra spazio fisico e
memoria, intessendo trame pittoriche che spaziano dagli
studi di fisica quantistica ai concetti filosofici del vuoto
e dell’essere.
Tra le mostre personali più recenti si menzionano “Sei se
ricordi”, a cura di Lorenzo Respi presso Anna Marra
Contemporanea e “Sillabari di Goffredo Parise”, a cura di
Flavio Arensi allo Studio d’Arte Cannaviello di Milano nel
2016 e “L’orizzonte degli eventi” alla Galleria Interno 18
di Cremona nel 2014. Nel 2017 realizza un’opera pubblica per
la Cittadella degli archivi di Milano e partecipa al
progetto editoriale “Zona” di Utopia Edizioni. Nel 2016 è
finalista al Premio Arte Laguna e partecipa alla collettiva
“Short stories” presso la Thomas Masters Gallery di Chicago;
nel 2015 viene invitata alla V edizione del Premio Fabbri
“Un secolo di Amarena”; nel 2014 vince il Premio speciale
“Gioco del Lotto” al VII Talent Prize ed è tra i finalisti
del Premio Lissone 2014, del Premio Terna 06; nel 2013 è
finalista al Premio Arte Mondadori, al IV Premio Combat e al
Premio Bonatto Minella. Vive e lavora a Milano.
Tommaso Cascella nasce a Roma
nel 1951 e il suo nome è legato all’arte da generazioni. È
scultore, pittore, incisore e anche poeta; vive e lavora tra
Bomarzo e Roma.
La pittura e la scultura sono i suoi linguaggi naturali,
frutto di un’eredità plurigenerazionale. La sua pittura è
incline a una trasposizione tridimensionale, in simbiosi con
la sua scultura in bronzo. Le intense composizioni
cromatiche di Cascella sono vere e proprie architetture
costellate di simboli, quasi un alfabeto alchemico carico di
significati universali. Pittura e scultura vengono trattate
con la volontà di contaminare la vista con il tatto, la
superficie liscia del colore con una stratificazione di
gesti e segni, il piano ideale della pittura con vistosi
inserti materici.
La poesia rappresenta per lui la molla della creatività.
Infatti, se la sua prima mostra personale alla Galleria di
Luigi De Ambrogi a Milano è datata 1985, la sua prima
importante attività di cultura, ovvero la rivista di Arte e
Poesia “Cervo Volante”, che vede come direttori Adriano
Spatola, Edoardo Sanguineti e Achille Bonito Oliva, porta la
data del 1981.
Il pittore italiano Aldo Damioli
nasce nel 1952 a Milano, città dove vive e lavora.
Ha partecipato a numerose e importanti mostre in Italia e
all’estero, tra cui nel 2001 alla Galleria d’Arte Moderna di
Bologna, nel 2002 al Museo di Arte Moderna di Budapest; dal
2005 espone nelle Gallerie Spirale Arte a Milano, Verona e
Monza e nel 2005 partecipa a Fuori tema Italian feeling, XIV
Quadriennale, al Museo delle Belle Arti, Roma e nel 2006 a
Ironica.
Sontuose e raggelanti, le vedute di Damioli mettono in discussione i comuni sensi della vista e dell’orientamento: un impegno di scenografia e montaggio che produce still ambientali in attesa di azione e di veri protagonisti. Dal 1992 Damioli lavora per consolidare questa scelta stilistica riconoscibile e personalissima.
Ulrich Egger è nato nel 1959 a
San Valentino alla Muta in provincia di Bolzano. Attualmente
vive a Merano.
Dal 1981 al 1986 frequenta l`Accademia delle Belle Arti di
Firenze diplomandosi nella nella sezione di scultura.
Accanto alla scultura incomincia ben presto ad interessarsi
alla fotografia, e le sue composizioni di immagini e
materiali industriali riscuotono successo. Sono paesaggi
industriali e urbani, costruzioni, interni e facciate in
stato di abbandono. La tecnica consiste nell`uso di diversi
materiali, come acciaio, ferro, legno, vetro, uniti alla
fotografia. Il file rouge è l`interpretazione e
documentazione della caducitá del mondo urbano. I lavori
trasmettono allo spettatore la presenza di tracce evidenti
di edifici, di case piene di ricordi e di storie che
continuano a sopravvivere nonostante tutto.
Peculiare è l`assenza della figura umana nelle opere passate.
Nei lavori più recenti invece, la troviamo nelle sue forme
più disparate.
Massimiliano Galliani nasce a
Montecchio Emilia 6 il agosto 1983.
Nel 2008 si laurea presso Accademia di Brera, Milano
Fino al 2014 si dedica esclusivamente al settore video e dal
2015 si sposta completamente su pittura e disegno. Nello
stesso periodo chiude la videoarte con un’ opera realizzata
assieme al maestro Luigi Ontani.
Dopo lo studio dettagliato sulle screpolature della Gioconda
espone le opere in diversi spazi nazionali e internazionali
per poi giungere ad opere legate ad altri capolavori del
passato.
Nell’anno successivo, la sua osservazione al caso che non
esiste, lo porta all’interpretazione ad oilo del riflesso
dei corpi e degli oggetti sulla tela nera a specchio.
Dal 2015 ad oggi mostra una buona parte delle sue opere
pittoriche in diversi spazi espositivi; dalla Sinagoga di
Reggio Emilia all’EXPO di Venezia; dalla Casa del Rigoletto
al Wop art disegno di Lugano.
In questo preciso istante, l’artista ha cominciato a
penetrare la carta sempre più a fondo mostrando
all’osservatore gli infiniti segni della natura che cerca la
libertà.
Omar Galliani nasce a Montecchio
Emilia nel 1954. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti
di Bologna e le esperienze concettuali degli anni ’70,
all’inizio degli anni ’80 figura tra gli esponenti di spicco
del gruppo degli Anacronisti.
Nella sua arte vi sono richiami a un citazionismo classico
che ha come punto di riferimento il colto e raffinato
concettualismo di Giulio Paolini, ma, dall’altro lato anche
un’inclinazione verso la poesia intima di un linguaggio
naturale fatto di materiali puri, come i feltri di Joseph
Beuys o le pietre di Giovanni Anselmo.
Nel 1985 espone nei musei d’arte contemporanea di
Francoforte, Berlino, Hannover e Vienna in occasione di
“1960-1985 Aspekte der Italienischen Kunst” a cura di Peter
Weiermair. Nel 2003 viene invitato alla I Biennale di Praga
e alla I Biennale di Pechino con l’opera Breve Storia del
Tempo, dove vince il primo premio. Su invito di importanti
musei e istituzioni, organizza mostre personali in tutto il
mondo. Negli anni recenti ha esibito anche al PAC a Milano,
alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia, agli Uffizi di
Firenze. Ha, inoltre, partecipato al 58° Festival Puccini di
Torre del Lago con l’installazione “Grande disegno italiano”
ed è stato a Londra in occasione della mostra delle
collezioni d’arte contemporanea della Farnesina presso
l’Istituto di Cultura Italian o. Nel 2013 al Museo Storico
Statale di Mosca si inaugura Face and Soul, nel 2014 la
mostra L’opera al nero alla GAM di Torino, nel 2015 una
importante esposizione che illustra il suo rapporto con
l’Oriente al CAMeC di La Spezia e nel 2016 un site specific
“Per Teresa” all’interno del Tempietto del Bramante a Roma.
Nello stesso anno 2016 è stato insignito del titolo di
Accademico dell’Università di Roma Tre e ha ricevuto il
Premio Franco Cuomo International Award sezione arte. Nel
2018 è alle Gallerie d’Italia a Milano con una mostra legata
a Caravaggio.
È docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 1976 Gallo si stabilisce a
Roma e nello stesso anno inaugura la prima mostra personale
alla Galleria Ferro di Cavallo. Nel 1977 si trasferisce nel
quartiere di San Lorenzo all’ex Pastificio Cerere dove
inizia un percorso di lavoro che, con la mostra Ateliers
(1984) curata da Achille Bonito Oliva, sancirà quella che a
posteriori verrà definita la Nuova Scuola Romana.
Nel 1979 approda in ambito internazionale con la collettiva
Europa ’79 a Stoccarda e con una mostra alla Galerie Ivonne
Lambert di Parigi. Nel 1986 Gallo partecipa alla XI
Esposizione Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e per la
prima volta viene chiamato alla 'Biennale di Venezia' nella
sezione “Arte e Alchimia” curata da Arturo Schwarz. Nel 1990
Gallo partecipa alla XLIV Biennale di Venezia – dal titolo
“Dimensione futuro. L’artista e lo spazio”, curata da
Giovanni Carandente – con una sala personale all’interno del
Padiglione Italia. Negli anni si susseguono numerose mostre
sia in Italia che all’estero.
Le opere di Giuseppe Gallo fanno parte di diverse collezioni
pubbliche.
Paolo Grassino è docente della
scuola di scultura all’Accademia di Belle Arti di Palermo
dal 2016.
Tra le esposizioni di maggior prestigio, la mostra personale
a Casa Fiat de Cultura a Belo Horizonte in Brasile (2017) e
al The Parkview Museum di Pechino e Singapore (2017) mentre
la mostra personale “Magazzinoscuro” al MAC di Lissone è del
2015.
Nel 2013 è pubblicato un volume edito da Skira che raccoglie
i lavori più significativi dal 1992 al 2012, presentato in
occasione della personale “Percorso in tre atti” il Centro
d’arte contemporanea Luigi Pecci (MI). Sempre nel 2013 l'IIC
di Madrid gli dedica una mostra personale. Phillip Van den
Bossche lo invita all’edizione del 2012 di Beaufort
04-Triennial of Contemporary Art by the Sea di Ostenda.
Nel 2011 Luca Massimo Barbero gli dedica una sala personale
al MACRO di Roma e sempre dello stesso anno è la
partecipazione alla Quarta Biennale di Mosca e a mostre in
musei internazionali, come il Frost Art Museum di Miami e il
Loft Project ETAGI di San Pietroburgo.
Del 2010 è la mostra antologica al Castello di Rivalta (TO)
mentre nel 2009 partecipa alla mostra Essential Experience
al museo RISO di Palermo. Nel 2008 fondamentale la mostra
personale in Francia al Museo di Saint-Etienne e nello
stesso anno l’invito alla XV Quadriennale d’Arte a Roma. Del
2005 è la grande installazione “Armilla” sulla facciata
della Fondazione Palazzo Bricherasio a Torino, mentre nel
2000 la GAM di Torino gli dedica una mostra personale.
Riccardo Gusmaroli, nato a
Verona nel 1963, vive e lavora a Milano.
Il suo lavoro è una poesia visiva, composta di delicati
origami orientali come allegoria delle correnti oceaniche.
La volontà dell'artista di capovolgere i parametri oggettivi
di misurazione dello spazio, di immergere lo spettatore in
una dimensione percettiva libera dai condizionamenti
culturali, riattiva lo spazio della rappresentazione
estetica con la ripetizione di moduli formali nati dal gesto
semplice di ripiegare, ma in grado di creare situazioni
visive di estrema delicatezza formale. L'esplorazione umana
di nuovi territori è idealmente rappresentata come un
vagabondare ellittico e spiraliforme nei meandri
dell'immaginazione e della psiche; le barchette di carta
sono le metafore a sconfinare oltre la tela in una nuova
dimensione energetica e vibrante.
Elio Marchegiani nasce a Siracusa nel 1929. Attualmente vive a Pianoro, in provincia di Bologna. Nel 1959 partecipa all'VIII Quadriennale di Roma. A Firenze fa parte del Gruppo 70. Nel 1966 espone alla Galleria Apollinaire di Milano e all'Obelisco di Roma. Insegna dal 1969 all'Accademia di Belle Arti di Urbino; successivamente sarà nominato alla cattedra di Pittura e dirigerà l'Accademia dal 1983 al 1988. Ha realizzato opere legate ai linguaggi artistici più innovativi: dalla programmazione cinetica alla visionarietà pop, dalle gomme (1970) alle Grammature di colore (1973). Appartengono agli anni ottanta e novanta le opere con cristalli e vetri dicroici. Negli ultimi due decenni la sua attività si rivolge prevalentemente a opere tridimensionali e ambientali. Medaglia d'oro alla Biennale di San Marino nel 1967, è stato invitato alle Biennali di Venezia del 1968, 1972 e 1986. Nel 1998 il Comune di Livorno gli dedica, al Museo Fattori, la prima antologica e nel 2017, in occasione dei cinquant’anni dell’Accademia di Urbino, una sua ampia personale viene ospitata alla Casa natale di Raffaello.
Matteo Negri nasce a San Donato
Milanese (MI) nel 1982.
Diplomato in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di
Brera, a partire dal 2003 ha lavorato con numerose gallerie
d'arte in Italia e all'estero, realizzando installazioni
presso gallerie d'arte, spazi pubblici, privati e fiere
d'arte.
La sua ricerca artistica si concentra sull'utilizzo di
materiali plastici che lavora in modo eclettico, utilizzando
colori pop come strumento espressivo per eccellenza.
L'artista dopo una breve ricerca sui motori ad iniezione
recuperati da situazioni di abbandono, emerge con una serie
di mine sottomarine in ceramica smaltata, con colori
tipicamente pop che le rendono oltremodo luminose. Le bombe
finiscono così per somigliare a bizzarri gioielli, che
assorbono nella seduzione della forma e del colore la
violenza insita nella loro funzione. Questa scissione tra
forma e contenuto ricorda alcuni meccanismi della retorica
pop, che tramite la riproduzione ingigantita degli oggetti
spostava l'attenzione dello spettatore dall'originale
destinazione d'uso alla seduzione meramente estetica del
simulacro.
Dopo la serie dedicata alle mine, l'artista crea un nuovo
ciclo di opere che hanno come protagonista il Lego, che
assume il ruolo di archetipo della creatività per la
possibilità di costruire e creare insita nell'oggetto, e per
la conversione dei valori acquisiti diventando oggetto
artistico. Attraverso le modifiche e le manipolazioni, il
lego cessa di essere una forma e diventa una metafora della
soggettività (l'Ego).
Gianni Piacentino esordisce alla
metà degli anni Sessanta realizzando prototipi di veicoli
con materiali industriali, sculture dalle forme geometriche
essenziali realizzate in legno plastificato e verniciato e
sviluppando, parallelamente, un’originale idea di pittura.
I suoi lavori sono stati ampiamente esposti in Europa fin
dal 1966 in spazi pubblici quali il Palais des Beaux Arts,
Bruxelles (Belgio), il Centro de Arte Reina Sofia, Madrid (Spagna),
la Galleria d'Arte Moderna di Bologna e Palazzo delle
Esposizioni a Roma, la National Galerie di Berlino,
Gesellschaft für Aktuelle Kunst a Bremen e il Museum am
Ostwall a Dortmund (Germania), PS1 a New York oltre a
numerose gallerie private tra cui Galleria Sperone e
Galleria C. Stein a Torino, Galleria Toselli a Milano, Lia
Rumma a Napoli.
I suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti della
Galleria d'Arte Moderna di Torino e del museo di Reggio
Emilia, del Power Institute of Fine Arts di Sidney
(Australia), della National Galerie di Berlino e del Neuen
Museums Weserburg, Bremen (Germania) .
Vive e lavora a Torino.
Roberto Pugliese nasce nel 1982
a Napoli, dove completa dapprima un corso di studi musicali
presso il conservatorio di San Pietro a Majella. Conclude
gli studi nel 2008 con una tesi di laurea triennale sul tema
della musica elettronica. In seguito ottiene un incarico di
docenza presso lo stesso conservatorio occupandosi di
sistemi di musica digitale, di un laboratorio di
elettroacustica e informatica e di informatica musicale, e
parallelamente porta avanti l’attività di musicista e la
creazione di installazioni sonore.
Due grandi interessi lo impegnano da allora, la sound art e
l’arte cinetica e programmata: l’artista inventa apparecchi
meccanici guidati da un software, sua volta influenzato
dalle condizioni dell’ambiente e del destinatario/ricevente.
In questo contesto Pugliese si interroga sui processi
percettivi con cui la psiche umana reagisce agli stimoli
acustici, senza trascurare però aspetti visivi, estetici e
di contenuto, e introducendo anche riflessioni
sull’esistenza umana e l’ecologia.
Vive e lavora a Bari dove è titolare della Cattedra di
Multimedialità presso il Conservatorio.
Nata nel 1951, Rosa Maria
Rinaldi vive e lavora a Milano.
Con una laurea in lettere e filosofia e una tesi in storia
dell’arte, l’attività artistica si manifesta pubblicamente
dal 1995. Oggi è un’artista riconosciuta in premi
internazionali: nelle sue opere si avvale di tecniche
pittoriche in cui la forma è ottenuta dall’uso del colore.
Qualsiasi segno primitivo o contemporaneo che manifesti
spontaneità di gesto, colore, composizione, diventa
riferimento per la creazione dei suoi lavori. Nelle sue
composizioni colore e disegni si associano in libero
equilibrio. Voli, danze, movimenti, salti, balzi e corse
percorrono le tele su fondi rossi, viola e rosa accesi,
verde primavera, gialli dorati.
Giampaolo Truffa è un tenace artista monocorde che predilige nelle sue opere lo spoglio senza dramma, capace di variazioni complesse nella semplicità della narrazione. Le figure rappresentate, generalmente nelle tonalità del bianco, si staccano come nuvole da uno sfondo monocromo e danno quasi l'impressione tattile di un bassorilievo.
Nelle sue tele si respira un’aria serena, equilibrata, capace di far tornare bambino lo spettatore che si sente, così, al riparo, in un mondo intimo e sicuro, in cui tutto sembra ancora possibile.
Tra le sue mostre personali si ricordano: “Nuvole e Sogni”, Galleria Giampiero Biasutti – Torino (2018), “New fly zone”, Galleria Toselli – Milano (2011), Università Bocconi – Milano (2009), The White Gallery – Milano (2009), Galleria Duet Art con Bonomo Faita – Varese (2009), Galleria The Corridor – Reykjavik – Islanda (2006).
L'artista, nato nel 1947 a Pont Canavese in provincia di Torino, vive e lavora a Cuggiono (MI).
Figlio del pittore Renato
Vernizzi, Luca Vernizzi nasce a S. Margherita Ligure nel
1941. Compie studi classici e artistici e dopo quattro anni
di critica d’arte al “Corriere della Sera, nel 1968
esordisce con una mostra alla Galleria Pagani di Milano,
presentato da Emilio Radius che ne è lo scopritore.
Nel 1975 viene allestita un'ampia rassegna al Museo d'Arte
Moderna di Saarbrucken e nello stesso anno inizia l'attività
di docente all'Accademia di Brera di Milano, che si
protrarrà fino al 2013. Nel 1979, con il patrocinio del
Comune di Milano, espone l'opera «La vita dell'uomo» presso
l'Arengario. È del 1981, presso la Galleria Cortina, un
florilegio di suoi ritratti a importanti personaggi. Ha
fatto parte, dal 1988, degli artisti della Compagnia del
Disegno di Milano, dove nel 1992 Giovanni Testori lo
presenta in catalogo.
Fra le altre mostre, si ricordano: Galleria Nazionale
Ataturk ad Ankara (1995), Archivi Imperiali della Città
Proibita di Pechino (1996), Centro Culturale Borges di
Buenos Aires (2004). Nel 2011 realizza un monumento dedicato
a Giovanni Paolo II presso il Santuario del Divino Amore di
Roma ed espone il pannello Ieri sera Caravaggio alla 54.
Biennale di Venezia. Al Palazzo della Triennale di Milano
nel 2016 espone la mostra personale «L'inerenza e l'altrove».
Dany Vescovi è nato nel 1969 a
Milano dove vive e lavora.
Inizia a studiare pittura giovanissimo, poi la pratica con
Alvaro Monnini e l'Accademia di Brera, dove ora insegna. E'
assistente di Aldo Mondino per l'allestimento della sala a
lui dedicata alla Biennale del 1993. Numerose le mostre
personali e collettive in Italia e all'estero.
Vescovi ha dimostrato negli anni uno spirito molto aperto
alle diverse realtà creative. Oltre a importanti
collaborazioni trasversali con altri artisti (nel 1990 ha
partecipato alla realizzazione di un murale su progetto di
Marcello Jori), ha sperimentato incursioni nel teatro (nel
1994 si e' occupato dei costumi disegnati da Romeo Gigli per
il Flauto Magico), nella moda (nel 1991 ha seguito la Levi's
Frontiere - jeans tra moda, arte e design alla Posteria di
Milano), nella pubblicità (nel 2003/2004 è stato selezionato
per Free Spirit in Art, campagna pubblicitaria per Bacardi
Breezer), nella letteratura (Aldo Busi ha scelto un suo
dipinto per la copertina del suo ultimo libro) e nella
musica (nel 2004 gli Audiorama lo hanno coinvolto nella
realizzazione del videoclip e della copertina del loro cd).